L’Inter ha perso meritatamente il derby e le ragioni sono molteplici, ma molto diverse tra loro. 

Una differenza di condizione tra le due squadre è apparsa evidente, e l’infortunio di Lukaku ha fatto si che l’Inter schierasse la stessa formazione dell’anno scorso senza il miglior giocatore dell’anno scorso (Perisic). Con queste premesse ci si poteva immaginare una partita in salita, ma quanto visto ieri ha messo a nudo le fragilità mentali, oltre che i difetti fisici della squadra. L’atteggiamento in particolare, è ciò che più di tutto è imputabile a giocatori e allenatore: ieri all’Inter è mancato il fuoco delle grandi occasioni, quella voglia e quella fame necessarie per portare a casa una stracittadina che il Milan non vinceva in casa da anni, per una differenza tra le due squadre che era apparsa evidente negli anni di Conte e che si sta via via sgretolando. La responsabilità non è tutta imputabile ad Inzaghi, perché è anche giusto comprendere che se ogni anno partono uno o due giocatori importanti, il gap con chi sta sotto si riduce, fino ad essere sorpassati. 

Il massaggio più chiaro che emerge dal derby è proprio questo: non si può rimanere competitivi anni senza investire, con un progetto tecnico di una squadra che raggiunse il suo apice nel 2021 con lo scudetto, e che sul più bello ha incominciato a sgretolarsi. Il rammarico più grande è proprio questo: pensare a dove si potrebbe essere senza il blocco cinese, con un proprietà più ricca e ambiziosa. In un anno se ne sono andati Hakimi, Conte e Lukaku, con la sfortuna a toglierci Eriksen. Lukaku è poi tornato, al termine di un’operazione che definisce il livello dei dirigenti nerazzurri, ma se n’è andato Perisic e i già di nerazzurro vestiti Dybala e Bremer sono stati sedotti e abbandonati dalla Beneamata per mancanza di fondi. Perfino due milioni per Acerbi sono diventati un problema, con una situazione che difficilmente migliorerà, a meno di un cambio di proprietà importante. 

Nel frattempo i nodi hanno incominciato a venire al pettine, e c’è da esser preoccupati. 


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