Esclusiva - Francesco Zizzari racconta il suo ex compagni di squadra ed amico Francesco Acerbi

L'Inter ha iniziato il nuovo anno nel migliore dei modi. Con una vittoria pesante seppur di misura contro la capolista Napoli in un Meazza che ha segnato il sold-out, i nerazzurri hanno accorciato la distanza dalla cima della classifica. Tra i giocatori che si sono distinti maggiormente c'è Francesco Acerbi, che in difesa ha dato tanto filo da torcere al bomber partenopeo Osimhen. Ancora una volta, l'ex Lazio ha dimostrato in campo tutta la sua esperienza e capacità di gestire un big match al netto delle critiche iniziali. Di lui ha parlato in esclusiva ai microfoni di calciomercatointer.eu l'ex compagno di squadra e amico Francesco Zizzari. Assieme hanno condiviso due esperienze: prima allo Spezia e poi alla Reggina, in Serie B. 

Francesco, dove hai conosciuto Acerbi?

Per la prima volta ci siamo visti allo Spezia, prima che il club fallisse. Io giocavo in prima squadra mentre lui era in Primavera. In quell'annata esordirono diversi suoi compagni delle giovanili, ma non lui. Eppure meritava di fare il salto in prima squadra”. 

E poi le strade si sono divise…

Sì, dopo il default dello Spezia lui andò a Pavia, io invece andai alla Pistoiese. Ci siamo poi rivisti alla Reggina, in Serie B. Essendo entrambi nella stessa squadra, lo presi con me e lo crebbi come un fratello minore". 

Lui poi ha fatto strada in Serie A e non è più “sceso”….

Esattamente. Già all'epoca sapevo quanto poteva diventare forte. Ricordo che ogni tanto gli dicevo in maniera scherzosa: ”Se non vai in Nazionale, hai fallito in tutto" (ride, ndr). Per cui, ha fatto tanta strada e oggi si trova meritatamente in un club che si sta giocando tutto". 

Come giudichi la sua prestazione di ieri sera contro Osimhen?

Non c'è da meravigliarsi, almeno io. Fra è un grande giocatore. Io ho un po' contribuito a renderlo così spronandolo continuamente”. 

Eppure è arrivato all'Inter con la cattiva nomea di essere stato “dell'altra sponda del Naviglio"….

Lo so, eppure ha dimostrato per ora di essere un grande giocatore. Inzaghi è stato bravo a seguire la propria coscienza ed a sceglierlo. Io apprezzo gli allenatori che vanno contro tutto e tutti. Inzaghi sapeva di trovare una persona capace in campo e anche Francesco dall'altra parte ritrovava un allenatore al quale ripagasse totalmente la fiducia. Anch'io ho avuto un'esperienza simile, quando Atzori mi portò alla Reggina da Ravenna. Capisco benissimo cosa provi. Nessuno credeva in lui, ma Inzaghi sì e finora è stato ripagato bene”. 

Un grande professionista, dunque?

Certo, lo è sempre stato fin dai tempi della gioventù. Sul campo ha sempre dimostrato di essere il primo a dover dare il buon esempio. Inoltre, negli anni diversi fattori extra campo hanno fatto il resto dove lui non ha mai gettato la spugna”. 

Intendi il tumore dal quale è guarito?

Esatto. All'epoca giocava nel Sassuolo. Come dice sempre lui stesso, questa esperienza gli ha svoltato la vita e anche la carriera da calciatore. Ha iniziato a curare di più aspetti che prima trascurava. E poi la sua determinazione lo ha portato poi a raggiungere obiettivi importanti”. 

Questa sua determinazione in campo potrebbe portare Inzaghi a rivedere le gerarchie come è successo in porta tra Handanovic e Onana?

Francesco, come ho detto prima, è un grande professionista voluto fortemente dall'attuale tecnico. Conoscendolo, lui rispetta tutte le scelte degli allenatori e nel caso se chiamato dimostrerà le sue capacità in campo senza rubare spazio ad altri”. 

Da ex Milan, lui sentirà di più la Supercoppa in programma il prossimo 18 gennaio in Arabia Saudita?

Sarà una bella sfida sicuramente. Francesco ora è in un club che ha ambizione di vincere tutto, per cui ha tanto da dimostrare. Non è un tipo che subisce chissà quali pressioni. La sua forza, fin dai tempi della Reggina, è sempre stata quella di credere in sé stesso e di non temere nessuno”. 

Quando smetterà di giocare, gli chiederai di seguirlo nella tua Academy di calcio? 

La vedo difficile, perché abitiamo in città distanti. Io comunque ho arruolato come preparatore l'ex Bologna Francesco Valiani e il preparatore dei portieri della Fiorentina Nicola Meliani”. 

Parlaci un po' di questa scuola calcio…

Con piacere. Si chiama FZ11 Academy. E' una scuola rivolta a tutti i ragazzi, divisi in fasce d'età. Si lavora in maniera molto dettagliata. Ci sono anche piccoli gruppi, addirittura abbiamo anche le lezioni One to one (allenatore con solo un calciatore). Noi in un'ora intensa di allenamento insegniamo ai ragazzi a lavorare su diversi aspetti: la postura, la coordinazione con il pallone ecc. Inoltre, utilizziamo diverse tecniche di analisi come l'uso dei droni dall'alto con i quali registriamo le azioni di gioco e poi le mostriamo ai nostri allievi per indicare eventuali errori da correggere. Ogni tanto ne parlo quando sono invitato come opinionista di calcio giovanile a Sportitalia e mi fa molto piacere”. 

E' una realtà molto particolare, da quello che ci dici…

E' un progetto molto professionale poiché ci segue a livello di comunicazione social un'agenzia apposita. Inoltre ci avvaliamo per alcuni reparti come la porta dell'ausilio di un preparatore ora alla Fiorentina quale Nicola Meliani. Le nostre sedi sono tra La Spezia, Pistoia ed anche alcuni campi della Versilia”. 

Può capitare che passino degli osservatori di grandi club?

Noi abbiamo collaborato con Andrea Ritorni, come anche Jacopo Balestri. Entrambi sono talent scout a livello nazionale. In questi anni abbiamo poi avuto diversi giovani che sono stati presi da società professionistiche anche importanti come lo Spezia e li hanno portati nelle loro giovanili. Inoltre, abbiamo anche una scuola dedicata alla ragazze ed anche lì alcune nostre ex allieve sono passate in società professionistiche (Fiorentina, Pistoiese, Carrarese). Siamo molto soddisfatti di questo, poiché è una scuola aggiunta, che non interferisce con le altre. Abbiamo, infatti, il riconoscimento del CONI e chi si tessera da noi non è in nessun modo in conflitto con la FIGC”. 

Quale sarebbe la soddisfazione maggiore per voi?

Vedere i ragazzi continuare la loro crescita, a prescindere dai traguardi che toccheranno. Noi siamo e saremo sempre i primi tifosi. Può darsi che molti non proseguano, ma quello che conta è che assimilino i valori che noi gli insegniamo a partire da come si scende in campo ed al rispetto verso i compagni e gli avversari”. 


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